Dharma è un termine sanscrito che presso le filosofie orientali riveste numerosi significati. Può essere tradotto come Legge, Legge cosmica, Legge Naturale, oppure il modo in cui le cose sono. Vivendo in accordo con questa Legge, è possibile porre fine alla sofferenza dovuta al ciclo delle nascite e delle morti (Saṃsāra). Poiché tutte le azioni (Karma) producono frutti (alcuni piacevoli e altri spiacevoli, a seconda del tipo di azione), l’unico modo per ottenere la Liberazione è attenersi all’Ordine Universale, e vivere in armonia con esso, senza attaccarsi ai conseguenti risultati piacevoli delle azioni virtuose, in modo che esse conducano gradualmente alla Liberazione.
La parola Dharma (in sanscrito: “धर्म”), o Dhamma in lingua Pali, è usata nella maggior parte delle filosofie o religioni (se non in tutte) di origine indiana, le Religioni dharmiche: Induismo (Sanatana Dharma), Buddhismo, Jainismo e Sikhismo. Nella sua forma più antica, dharman, il termine compare per la prima volta nei Veda.
È difficile fornire une definizione sintetica ed esaustiva per “Dharma”; questa parola infatti ha una lunga ed articolata storia ed un complesso insieme di significati ed interpretazioni. Molti, sia Occidentali che Orientali, hanno formulato quantità diverse di possibili trasposizioni, da giustizia a religione; termini, comunque, con una connotazione morale che non esprime completamente il significato metafisico. Con la parola dharma infatti si indica anche la religione, ma non si esaurisce a questo; esso indica una sorta di “legge della natura”, norma eterna ed “ordine” sia del cosmo che della vita individuale e sociale degli esseri umani.
Dharma sono quindi gli insegnamenti, intesi come insieme di istruzioni verbali e qualità spirituali conseguite ed insegnate dagli esseri risvegliati.
Il Sangha è costituito dai praticanti che si perferzionano nell'apprendere e nel praticare il Dharma.
Ruota del Dharma, La ruota della dottrina o Dharmacakra
Simbolizza l’ottuplice sentiero buddista: corretta visione, corretto pensiero, corretta parola, corretto intento di azione e mezzi di sostenimento, corretta consapevolezza, corretta concentrazione, rappresenta anche la perpetua diffusione del Dharma. Raggiunto che ebbe Siddharta Gautama lo stato perfetto di Buddha, rappresentato come abbiamo visto dal visvavajra, egli decise che non era giusto tenere per sé il frutto della pratica e il metodo che aveva seguito per acquisire questo stato. Iniziò quindi a insegnare la sua dottrina cioè, come viene detto, fece girare la Ruota del Dharma, o Ruota della Dottrina o della Legge. Lo fece per la prima volta a Sarnath, non lontano da Benares, l’odierna Varanasi, dove nel Parco delle Gazzelle (che per questo motivo vengono spesso rappresentate sotto la Ruota) enunciò le Quattro Nobili Verità (in sanscrito arya-satya): la Verità della sofferenza, la Verità dell’origine della sofferenza, la Verità della cessazione della sofferenza, la Verità che conduce alla cessazione della sofferenza e l’Ottuplice Sentiero (in sanscrito astangika-marga) come mezzo per porre fine alla sofferenza e conseguire l’Illuminazione costituito da: retta visione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retto comportamento, retto sforzo, retta presenza mentale, retta concentrazione. Poiché non si trovano in una condizione stabile e definita, tutti gli esseri senzienti, esseri umani, animali o esseri disincarnati che siano, sono incessantemente esposti alla sofferenza, dalla nascita alla morte. La causa di tutte queste sofferenze è data dall’attaccamento che noi proviamo verso tutte le cose, per i nostri stati d’animo, principalmente paure e desideri.
